Con un’offerta di appena 1.000 € superiore rispetto alle richieste minime della Lega di Serie A (1.050.000.000 € annui), l’emittente spagnola MediaPro ha ottenuto l’assegnazione dei diritti TV della massima divisione calcistica italiana per il prossimo triennio (2018-2021).

La società iberica, produttrice, tra le altre, della celebre pellicola “Midnight in Paris” di Woody Allen e della serie TV “The Young Pope” diretta dall’italiano Paolo Sorrentino, ha battuto la concorrenza di Sky e Mediaset, grazie un accordo che fa piazzare la Serie A, nella speciale classifica dei ricavi TV, immediatamente alle spalle della Premier League e davanti alla Bundesliga.
Soddisfatti dell’intesa raggiunta l’advisor Infront e la gran parte dei presidenti di A. Non altrettanto può dirsi per le pay-tv nostrane che, dopo 15 anni di duopolio, perdono il pallone. Il colosso di Murdoch, in particolare, ha mal digerito il naufragio dell’affare, che, fino a poche ore prima, pareva in dirittura d’arrivo grazie anche ai buoni uffici del Ministro dello sport Lotti e del neo-commissario di Lega Giovanni Malagò, e ha, pertanto, prontamente diffidato la Lega di A a procedere alla formale aggiudicazione, annunciando ricorso giurisdizionale. Secondo i legali dell’emittente, infatti, MediaPro avrebbe tenuto una condotta sleale, agendo non come intermediario ma come vero e proprio operatore della comunicazione, violando, dunque, in più di un punto, i requisiti del bando e la stessa Legge Melandri.

Cosa cambierà, dunque, per i calciofili dello Stivale? Per i tifosi sostanzialmente nulla, poiché, nonostante Jaume Roures, CEO dell’emittente catalana, insista sul progetto di un canale della Lega, autoprodotto dalla serie A con il supporto di MediaPro, la società spagnola ha, invero, assunto il ruolo di “mero” intermediatore indipendente, dovendosi, dunque, limitare a rivendere ciò che ha appena acquistato alle varie piattaforme (satellite, digitale e streaming), sotto forma di diritti o di partite. In sostanza, Sky e Mediaset non saranno tagliate fuori ma, con ogni probabilità, continueranno a trasmettere i match, funzionando però da semplici distributori, senza, invece, occuparsi della produzione. Una sottigliezza non da poco per chi, come l’emittente satellitare, sul calcio in questi anni ci ha investito miliardi e che, pur di rifarlo suo, è pronta a dare battaglia sino all’ultima aula di Giustizia del Belpaese.
Insomma, ne vedremo delle belle…e non (solo) sul campo.